In serata ho appreso l’esclusione
dalla competizione elettorale per il rinnovo del consiglio regionale del Molise,
ma non fa nulla, occorrerebbe dire qualcosa a tal riguardo, visto che l’esclusione
riguarda 8 candidati su dodici della
stessa lista!!! Qualcuno dovrebbe meditare .
Una delle proposte che volevo
portare in seno al consiglio regionale, in caso di elezione, ma che voglio comunque
portare oggi all’attenzione dei
cittadini molisani, visto che costituiva uno dei punti salienti del mio
programma, è l’introduzione - per la tassazione regionale - del quoziente di disagio.
Si parte dal presupposto che
nella ripartizione delle tasse regionali occorre tener conto di alcuni fattori di disagio
che aggravano le condizioni di vita nei
piccoli comuni e che vanno considerati quando si chiede - quando a tutti noi viene
chiesto - di contribuire all’economia
della regione. I fattori di disagio sono molteplici e, in questo modello, ogni fattore di disagio va ponderato attraverso
l’attribuzione di un punteggio, il cui totale costituisce un indicatore per
quantificare il contributo specifico che spetta ad un cittadino o un
azienda/impresa o commerciante che vive
ed opera in un determinato comune, naturalmente il punteggio ottenuto deve essere
correlato negativamente al contributo economico(tassazione regionale) da
versare. In parole povere chi vive in zone più disagiate, con problematiche
legate al posto in cui abita deve pagare meno tasse, al crescere dei disagi
diminuiscono le tasse. Dicevamo che molteplici possono essere i fattori di
disagio e tra questi, sicuramente la carenza di servizi come i trasporti pubblici,
gli uffici postali chiusi e/o giorni alterni, la distanza dagli ospedali e dal
soccorso per le emergenze, ,il ristretto bacino d’utenza per i commercianti e
le aziende che con fatica e sacrificio restano nei piccoli comuni, e così via. Siamo
cittadini che paghiamo le tasse e abbiamo il diritto di usufruire degli stessi
servizi…. e se i servizi non ci sono?
Almeno riduciamo le tasse a chi già
ha meno… Don Milani diceva “nulla è più ingiusto che far le parti
uguali fra disuguali”…
Franco D’ABARNO
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