DOSSIER-ANALISI-STUDI



Piccoli Comuni- Uffici Postali: chiusura e/o apertura a giorni alterni? Ecco come ci siamo arrivati.

Prima parte



Italia 60 870 745 ab. (2012) con una densità abitativa di 202,00 ab./km² (si tenga a mente questo dato)


Per cercare di comprendere perché gli uffici postali nei Piccoli Comuni stanno per chiudere  o sono destinati ad aperture a giorni alterni, bisogna cercare di ricostruire se pur brevemente la storia delle Poste Italiane e il coinvolgimento  dello Stato Italiano e dell'Europa. 


Incominciamo con il dire che queste decisioni vengono prese senza nessun parere preventivo e/o qualche forma di consultazione  della popolazione che ne subisce solo le conseguenze .

Ricordando che l'Art. 1 della  Costituzione recita<< L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. >>, ma evidentemente questo articolo fondamentale della Costituzione Italiana,  è divenuto  solo una dicitura senza nessuna valenza reale , forse sarebbe il caso di dire che, la legge del "mercato speculativo" non teme niente e  nessuno nemmeno la Costituzione di una Repubblica Democratica.


 Ma i passaggi graduali per arriva a ciò, sono sempre frutto di decisioni degli  uomini delegati, i quali  moltissime volte decidono senza far comprendere al "popolo sovrano" cosa succede o cosa succederà di li a poco-


Gli uffici postali, cosi come la diffusione della scuole nelle zone rurali, sono stati  senza dubbio un indispensabile presidio  per gli abitanti delle zone montane e rurali,  e negli anni è stato un punto di riferimento,  che ha caratterizzato la vita dei cittadini dei piccoli comuni italiani , oggi sempre meno popolati e sempre più proiettati verso un declino economico e sociale ( o meglio cosi si vorrebbe che fosse) .


Ma sono stati anche i piccoli comuni e la gente dei piccoli comuni, contadini,professionisti, artigiani, dipendenti pubblici e privati, che nei tempi dell'accumulo del risparmio italiano, hanno immesso denaro negli uffici postali contribuendo a dare liquidità allo Stato italiano in un primo momento e successivamente a Poste Italiane  spa , che  attraverso la Cassa Deposito e Prestiti , quindi contribuendo sostanzialmente al miracolo economico del dopoguerra.

L’Italia non è messa cosi male per il debito privato. Ma uno studio di  UNIONCAMERE dell’ottobre 2012 ha fornito dei dati allarmanti in merito al consumo di risparmio degli italiani, e prevede che  fra circa 20 anni il risparmio degli italiani si azzererà. 
Di recente anche la banca  centrale europea (BCE) ammette che la crisi dell’eurozona è stata provocata dal debito privato e non pubblico. Il 23 maggio del 2013, ad  Atene, nel  discorso pronunciato dal vice-presidente  della Bce. In tabella si nota come anche in Italia ci sia stato un aumento del debito privato.


Tornando al tema, nel 2011 fu emanato il Decreto legislativo n. 58 , recante completamento del mercato interno dei servizi postali Attuazione della direttiva 2008/6/CE, che modifica la direttiva 97/67/CE, per quanto riguarda il pieno completamento del mercato interno dei servizi postali della Comunità europea.


Come espressamente viene scritto nel Decreto che recepisce un direttiva della Comunità Europea che recita nel titolo<<("Attuazione della Direttiva 97/67/CE concernente regole comuni per lo sviluppo del mercato interno dei servizi postali comunitari e per il miglioramento della qualità del servizio")>> ; ora leggendo solo il titolo sembrerebbe!!! una cosa buona soprattutto quando scrivono miglioramento della qualità del servizio...un qualsiasi cittadino (comunitario)si aspetterebbe , che i tempi di attesa alle poste si azzerino o diminuscano,  niente file, niente arrabbiature su chi sta prima e chi sta dopo ,niente pacchi che non arrivano ecc., quindi va a dormire la notte tranquillo ...dicendo benedetta Europa finalmente qualcosa comincia a funzionare.


Questo era il cittadino ottimista e fiducioso...ma come al solito poi c'è il cittadino pessimista e scrupoloso e prima di andare a letto ..si mette a leggere la Direttiva 97/67/CE  nello specifico <<l'art 19 Le reti postali rurali, in particolare nelle regioni montuose e insulari, svolgono un ruolo importante al fine di integrare gli operatori economici nell’economia nazionale/globale, e al fine di mantenere la coesione sociale e salvaguardare l’occupazione. I punti di accesso ai servizi postali nelle regioni rurali e remote possono inoltre costituire un’importante rete infrastrutturale ai fini dell’accesso universale ai nuovi servizi di comunicazione elettronica. >> bene..sembrerebbe!!! che ci renda conto della difficoltà oggettiva delle popolazioni che vivono nelle zone rurali. 


 Il sonno non arriva e quindi il cittadino insonne e scrupoloso ..pensa di leggersi anche il decreto di attuazione.. ..Cosa dice questo decreto e come mai condiziona oggi la chiusura o l'apertura alternata degli uffici postali dei piccoli comuni ?


 <<Il decreto ridefinisce l’ambito del “servizio universale”, escludendovi la pubblicità diretta per corrispondenza, a decorrere dal 1° giugno 2012, ma continuando a comprendervi:

a) la posta fino a 2 kg;

b) i pacchi fino a 20 kg:

c) le raccomandate e le assicurate;

d) la c.d. “posta massiva” (comunicazioni bancarie, bollette e bollettini di pagamento, ecc.)

Il decreto abolisce la riserva a favore di “Poste italiane”, riservando peraltro al fornitore del servizio universale le notificazioni giudiziarie e quelle relative alla violazioni del Codice della strada.

Le caratteristiche del servizio universale sono:

a) la durata continuativa per tutto l’anno;

b) il collegamento con tutti i punti del territorio nazionale, individuati, secondo criteri di ragionevolezza, dall’ Autorità di regolazione, di cui in seguito;

c) l’accessibilità del prezzo, orientato al costo, con riferimento ad un’efficiente gestione aziendale;

d) la fornitura al domicilio per almeno 5 giorni a settimana. E’ fatta salva la possibilità di fornitura a giorni alterni, autorizzata dall’Autorità di regolamentazione, in presenza di particolari situazioni infrastrutturali o geografiche in ambiti territoriali con densità non inferiore a 200 abitanti/km e comunque fino a un massimo di un ottavo della popolazione nazionale.

L’onere per la fornitura del servizio universale è finanziato dal bilancio dello Stato e da un apposito Fondo di compensazione, cui contribuiscono le imprese autorizzate all’esercizio dei servizi postali. Gli oneri per la fornitura del servizio universale sono esposti in apposita contabilità separata.

Qualora il fornitore del servizio universale applichi prezzi speciali per determinate categorie di utenti (ad esempio: all’ingrosso o utenti che esercitano attività commerciali), simili prezzi devono essere disponibili per gli utenti singoli e piccole e medie imprese, a condizioni simili.>>


all'improvviso il cittadino scrupolo ed insonne , ha un sussulto...leggendo questa norma introdotta nel decreto<<E’ fatta salva la possibilità di fornitura a giorni alterni, autorizzata dall’Autorità di regolamentazione, in presenza di particolari situazioni infrastrutturali o geografiche in ambiti territoriali con densità non inferiore a 200 abitanti/km e comunque fino a un massimo di un ottavo della popolazione nazionale.>>

ma come 200 abitanti /kmq!!!! non saranno un po’ troppi per la mia zona ..per il mio piccolo comune??? ma non era un Direttiva che doveva aiutare e zone rurali tenendo conto dell'importanza di questo servizioin queste aree interne  ? (provate a vedere che densità abitativa ha il vostro Comune e vedete se risulta essere a rischio)

Infatti la Direttiva 97/67/CE  nello specifico <<l'art 19 Le reti postali rurali, in particolare nelle regioni montuose e insulari, svolgono un ruolo importante al fine di integrare gli operatori economici nell’economia nazionale/globale, e al fine di mantenere la coesione sociale e salvaguardare l’occupazione. I punti di accesso ai servizi postali nelle regioni rurali e remote possono inoltre costituire un’importante rete infrastrutturale ai fini dell’accesso universale ai nuovi servizi di comunicazione elettronica. >> .......fine prima parte

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