martedì 23 luglio 2013

La pubblica Amministrazione non paga ? Nulla di nuovo. Ripagheranno i cittadini.Ulteriore aumento dell' addizionale IRPEF, IRAP e bollo auto.



Doveva essere una svolta il Dl 35/2013 che imponeva alle Pubbliche Amministrazione di saldare i debiti ,ma i soldi non ci sono o meglio è molto difficile fare tagli all'interno del "sistema Italia" per reperirli e  garantire alle  imprese ed alle ditte fornitrici i pagamenti dovuti , e allora cosa si fa ?

No problem .si ritartassano i cittadini ..in che modo?

Con l'aumento dell'addizionale regionale irpef, bollo auto ed irap.

In buona sostanza si fa pagare ai cittadini i debiti accumulati dalla Pubblica amministazione.

Un articolo sul quotidiano La Repubblica del 21 luglio 2013 ricostruisce brevemente l'escalation della tassazione locale








<<Senza interventi correttivi, nel 2014 l’esborso medio sarà di 529 euro all’anno.
ROMA— Una stangata strisciante, che va avanti da almeno tre anni mentre tutti gli occhi sono puntati su Imu e Iva: da quando, nella prima metà del 2011, Bossi forzò la mano per incassare il federalismo fiscale e diede il via alla escalation delle addizionali. Un peso già difficile da sopportare allora, ma che è lievitato ulteriormente passo dopo passo. Con l’aggravante che le addizionali Irpef si calcolano, a differenza delle aliquote statali, sul reddito lordo, prima che possano essere mitigate dalle detrazioni per lavoro dipendente e per i carichi familiari. La questione è ora sul tavolo della delega fiscale che intende intervenire sul riordino dell’Irpef locale.
Secondo i dati della Uil servizio politiche territoriali, in assenza di interventi il prossimo anno i rincari delle addizionali regionali saranno pari nella media del sistema al 36,3 per cento, portando l’esborso medio pro capite a 529 euro annui. Le aliquote in alcune Regioni in forte deficit sanitario potranno arrivare fino al 2,63 per cento , mentre le altre si fermeranno tra il 2,23 (statuto speciale) e il 2,33 (ordinarie). Nel 2015 una Regione ordinaria in deficit sanitario potrà chiedere ai contribuenti una aliquota del 3,63 per cento (1,23 di base, più 2,1 di federalismo fiscale, più 0,3 di “penale” deficit-sanitario).
Troppo, per molti. Anche perché alla catena degli aumenti nei giorni scorsi si è aggiunta, nell’ambito del decreto occupazione, «una nuova sorpresa», come osserva il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy, che
propone come antidoto di estendere il sistema delle detrazioni anche all’Irpef regionale. La sorpresa riguarda le Regioni a statuto speciale che potranno, come hanno fatto le ordinarie, aumentare l’aliquota di base dell’addizionale Irpef dell’1 per cento.
Sotto traccia, senza creare scandalo, alle addizionali regionali si è fatto ricorso, aumentandole, con una raffica di provvedimenti: nel 2008 Prodi inserì, e Tremonti attuò con scientifica determinazione, la «tagliola» per le Regioni con i conti sanitari in profondo rosso che impone un aumento dello 0,30 obbligatorio oltre il limite massimo delle aliquote ordinarie. Nel 2011 il federalismo di Calderoli cambiò tutto e aumentò il tetto delle aliquote ordinarie (allora congelate) fino al massimo dell’1,40 per il 2011, del 2,0 per il 2014 e addirittura del 3,0 nel 2015. Nel frattempo il «Salva Italia» di Monti a fine 2011 elevò l’aliquota-base ferma allo 0,9 per cento da anni fino all’1,23 per cento (attualmente in vigore): di conseguenza tutta la griglia si è spostata verso l’alto. Inoltre il decreto della spending review del 2012 anticipò di un anno (al 2013) gli aumenti previsti dal federalismo fiscale per le otto Regioni in «rosso» sanitario.
La situazione di Campania, Molise e Calabria è la più clamorosa: queste Regioni con «cartellino rosso» imposto dal Tesoro per il deficit sanitario strutturale applicano già da due anni il 2,03 per cento e potrebbero trovarsi il prossimo anno a quota 2,63 di cui l’1,4 per cento è obbligatorio per ripianare il dissesto dei conti delle Asl. In termini assoluti significa che nel 2014 il contribuente campano pagherà 566 euro.
Non va meglio nelle Regioni in «cartellino giallo», con deficit al di sopra del 5 per cento della spesa sanitaria: Abruzzo, Lazio e Sicilia potranno portare le aliquote al 2,33 per cento per tutti i redditi senza poterle graduare per scaglioni, con un basso tasso di manovrabilità giacché l’1,1 per cento è imposto dal deficit sanitario. Al Lazio spetta il record: nel 2014 si potrebbe salire a quota 616 euro.

Da La Repubblica del 21/07/2013.>>



Solo alcuni giorni fa l'allarme era stato lanciato dalla Confcommercio in collaborazione con il Centro Europa Ricerche, in uno studio/analisi , nel quale si metteva in risalto l'elevata tassazione locale e nello stesso tempo l'aumento della spesa corrente degli enti locali .Molise e Campania Tartassano cittadini ed imprese. Analisi Confcommercio CER-luglio 2013






Il MEF (Ministero dell'Economia e delle Finanze) ha pubblicato i dati per ogni Regione in merito a debiti sanitari ed extra sanitari corredati da una relazione del 22 luglio 2013-

Relazione (MEF)-avanzamento al 22 Luglio 2013

Link del Sito del MEF Pagamento debiti della PA. alle Imprese (DL 35/2013)

Dunque un 2014 all'insegna dell'aumento della Tassazione locale che dopo IMUnizzazione dell'Italia ,e la TARES TARES- Allarme della CONFCOMMERCIO CAMPOBASSO(17 GIUGNO 2013) scarica sempre di più il peso dell'inefficienza della PA sulle spalle dei cittadini ed imprese....e poi si parla di ripresa???
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