Abbiamo chiesto all'Assessore della Provincia di Pisa Giacomo SANAVIO,( Assessore con delega alla Programmazione territoriale e
urbanistica, Sistema informativo territoriale, Sviluppo rurale,
Forestazione e Difesa fauna.Foto) di commentarci i risultati del referendum sulle fusione di molti piccoli comuni in Toscana , tenutosi Domenica e lunedì in diciannove comuni della Toscana.
DOVE SI E' VOTATO : per la fusione tra Borgo a Mozzano e Pescaglia (Lucca), Pratovecchio e Stia (Arezzo), Capannoli, Palaia e Peccioli (Pisa), Crespina e Lorenzana (Pisa), Casciana Terme e Lari (Pisa), Aulla e Podenzana (Massa Carrara), Villafranca in Lunigiana e Bagnone (Massa Carrara), Campiglia Marittima e Suvereto (Livorno) e San Piero a Sieve e Scarperia (Firenze)
I RISULTATI :
HANNO DETTO SI ALLA FUSIONE : gli abitanti (Pratovecchio e Stia,
San Piero a Sieve e Scarperia, Crespina e Lorenzana, Casciana Terme e
Lari).
HANNO DETTO NO ALLA FUSIONE : (Aulla e Podenzana; Borgo a Mozzano e Pescaglia; Capannoli, Palaia e
Peccioli, unica aspirante fusione a tre; Villafranca in Lunigiana e
Bagnone; Campiglia Marittima e Suvereto)
Assessore Sanavio, pur essendosi battuto per il NO ALLA FUSIONE, come legge questi risultati del referendum ?
<<I
risultati dei referendum consultivi sulle proposte di fusione dei
comuni, sia in termini di partecipazione che come esito sul quesito
referendario, confermano che il livello di coinvolgimento, condivisione,
credibilità con cui sono stati presentati e sostenuti dalle
amministrazioni proponenti o dai comitati dei contrari alle fusioni
risulta sempre e comunque essenziale.
Vincono gli argomenti ed i
progetti, del si e del no. Chi legge in chiave di modernità, gli uni, o
di campanilismo, gli altri, commette un grave errore di
sottovalutazione.
In campo erano due idee diverse di società, di cambiamento, di
innovazione, di ruolo dei territori: una, esclusivamente legata al
comandamento liberista della semplificazione e del “meno Stato”;
l’altra, basata sulla dimensione territoriale come risposta alle sfide
della globalizzazione e della crisi ecologico-demografica.
Il mio punto di vista è noto, ho affrontato la campagna referendaria
sostenendo le ragioni di questa seconda opzione ed a sostegno del No
alle fusioni, profondamente convinto che il futuro del paese abbia
bisogno delle aree interne, delle loro vocazioni, del policentrismo e
dell'autonomia delle Comunità.
Persuaso che i piccoli Comuni
rappresentino una risorsa e i costi da tagliare siano altri. I piccoli
Comuni non costano praticamente nulla, né per il loro funzionamento né
per i loro amministratori, ma rappresentano la storia, l’identità, la
coesione, un vero volano di economia reale per i loro territori ed i
cittadini, il presidio di uno Stato altrimenti assente o lontano,
l’unico strumento per salvaguardare il territorio, la sua sicurezza e
garantire diritti basilari alle popolazioni
La strategia delle fusioni dei “piccoli Comuni” (quelli con meno di
5.000 abitanti), definita nelle norme straordinarie di contenimento
della spesa pubblica dei governi degli ultimi due anni e recepita, per
la Toscana, nella legge regionale 68 del 2011, rappresenta un vero e
proprio “diversivo”: distogliere l’attenzione dei cittadini dai veri
costi della politica e dalle burocrazie asfissianti.
La partecipazione, consapevole e militante, è stata ancora una grande
risorsa. >>
Giacomo Sanavio
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